domenica 25 novembre 2012

How Do You DIY? // Takin' Google Play Music out for a spin

Oggi era il mio giorno libero e, come vuole l'infallibile Legge di Murphy, mi sono svegliato con la febbre e un'emicrania tremenda. Per sopravvivere alla noia ho deciso di avvolgermi come un burrito nelle coperte e provare Google Play Music. Tra i vari servizi di cloud storage di musica attesi in italia e nel mondo come Spotify e Mega, Google ha tagliato per primo il traguardo questo 13 Novembre. Viene subito aggiornato lo store di Google Play con la nuova sezione Music ma solo il 19 Novembre entra in vigore l'accordo firmato con Armonia, lo sportello unico per il licensing pan-europeo voluto dall'impero SIAE e dai suoi equivalenti francese e spagnolo, rispettivamente SACEM e SGAE che permette la distribuzione contemporanea in 35 paesi del vecchio continente. Inghilterra e Germania, che hanno sistemi di raccolta delle royalties avanti di qualche secolo, non si sono volute mescolare alla plebaglia. In ogni caso con questo accordo Google si è assicurato 5,5 milioni di brani nel catalogo europeo, non sono un granchè se pensiamo che iTunes ne offre 28 milioni in tutto il mondo ma sono di certo un buon inizio. Soprattutto considerando che i prezzi degli album su Play Music sono mediamente più bassi di 2-3 €.


Lasciate che vi illustri come, strafatto di Oki, ho mosso i primi passi su questa nuova piattaforma. In primis per usare Google Play Music è richiesta l'attivazione di Google Wallet, un profilo a cui dovete associare un carta di debito o di credito per i successivi eventuali acquisti fatti sul portale. Questo passaggio serve soprattutto per verificare il vostro paese di appartenenza, il servizio è completamente gratuito e nessuno vi costringe a comprare nulla. Il passo successivo è la sincronizzazione della vostra libreria. Vi viene richiesto di scaricare Music Manager e indicargli dove in che cartella si trova la vostra musica, il programma provvederà a cercare le corrispondenze nel sopracitato catalogo di mp3 e ad effettuare l'upload in background per il resto della vostra musica. Ho indicato la posizione di 60 canzoni contenute in 8 album e di queste Music Manager ha subito riconosciuto il recentissimo Sun della mia amata Cat Power e lo ha visualizzato istantaneamente mentre Morning View degli Incubus, risalente ad una decina di anni fa, lo ha dovuto uploadare. Il tempo totale di questo test upload con Fastweb è stato di circa due ore per 50 canzoni. Un rapido calcolo mi suggerisce di fare un'accurata selezione dei dischi da sincronizzare se non voglio passare le prossime due settimane a completare l'operazione.


La libreria a questo punto è pronta e si sincronizza istantaneamente su ogni dispositivo collegato, è sufficiente installare l'app Play Music sul mio Galaxy e posso ascoltare subito la musica che ho caricato dal pc. Con buona pace della batteria che defunge di lì a breve. Google pone un ampio limite di storaggio oltre il quali non è possibile andare, neppure pagando. Ventimila tracce non sono certo poche ed è in ogni caso un punto a favore considerando che tutti i servizi concorrenti sono a pagamento. Per darvi un'idea iTunes Match di Apple richiede una subscription di 25€ all'anno per 25.000 tracce, Amazon Cloud Player 25€ all'anno per 250.000 tracce e Xbox Music Pass di Microsoft costa 10 dollari al mese o 100 all'anno. Beccate 'sta democrazia.


Se sei un musicista inoltre puoi rivendicare o creare la tua pagina dall'Artist Hub. Questo servizio aggiuntivo permette di inserire in una pagina la biografia, foto, link e di vendere tutta la musica di cui possiedi i diritti di autore e di distribuzione. La pagina visualizzata nel Music Store sarà quindi da te controllata e potrai decidere i prezzi di vendita dei tuoi album e delle tue tracce e attivare sconti e promozioni limitate nel tempo. Non si paga altro che la quota di iscrizione di 25$ dopo di che potrete caricare album e canzoni illimitate, aggiungere copertine agli album, impostare prezzi e preferenze di condivisione ogni volta che volete.


Concludiamo con una carrellata dei numerosi e mostruosi difetti di questo servizio. Here we go. Le canzoni si possono condividere solo tramite Google+ (e potrei anche fermarmi a questo punto della frase) e vengono condivise sotto forma di video di YouTube, quando si clicca il pulsantino apposito ci vengono proposti i primi tre risultati della ricerca, se la canzone non c'è sono affari tuoi. Non c'è maniera di filtrare le tanto promesse canzoni gratuite dal catalogo, chissà dove sono. Lo store ha soltanto promo di 30 secondi (ma dove siamo, nel Medioevo?). La vostra libreria e lo store si aprono in due finestre differenti, come conseguenza i due player non si riconoscono e non si salutano come due player civili ed educati e il risultato è un orrido accavallamento. Lo store non ti avverte se stai comprando un album che hai già in libreria. Non è presente la meravigliosa funzione usata già da bandcamp e poi introdotta anche su youtube che permette di non interrompere il flusso della canzone aprendo un link che rimanda all'album o allo stesso video in un'altra pagina... E la lista va avanti.

Per concludere ecco una bella infografica sull'utilizzo comparato 
dei social network, a chi non piacciono le infografiche?

1 commento:

Ivan ha detto...

Dresda presenti. Il servizio deve crescere, vero, ma io ci credo!

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